tag:blogger.com,1999:blog-51739663668190614392024-03-13T09:56:28.212+01:00tornadanoicooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.comBlogger58125tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-60459810284401480722011-10-29T20:13:00.001+02:002011-10-29T20:13:04.362+02:00AracnofobiaCi pensavo l’altro giorno: mi è capitato, mi pare più di una volta, di paragonarmi ad un ragno.<br />
Mi piace.<br />
Ho tessuto pazientemente una trappola in cui far cadere Y.<br />
Ho sbagliato di grosso, sottovalutando le proporzioni: la mia ragnatela è nascosta in un angolino. Chi passa può vederla solo se alza lo sguardo. Sono rimasta rannicchiata nella parte alta dello stipite di una porta e troppo tardi mi sono accorta che le stanze del palazzo sono milioni.<br />
Quello che faccio adesso è correre giù per il muro e sparire.<br />
La mia ragnatela resterà a sfilacciarsi col tempo, o sarà spazzata via.<br />
Ci sarà qualche nuovo ospite che si chiederà dove possa essere capitato.<br />
Spero per lui che si liberi in fretta dai filamenti viscosi.<br />
Io l’ho appena fatto.cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com27tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-52421537890388192692011-10-28T19:32:00.002+02:002018-11-06T07:01:09.455+01:00Un orgasmoHai parlato quasi sempre tu, mentre io restavo a guardarti inebetita. La tua sola presenza bastava a stordirmi, eri (sei) tutto quello di cui avevo (ho) bisogno.<br />
Non hai citato casa nostra, ora hai il tuo mondo di storie e di illusioni dove rifugiarti. Roba che covava da tempo, che forse fa un salto di qualità. Ora che so dove sei, e che non sei ostile, so di poter tornare ogni tanto a dare un'occhiata a questo tuo mondo.<br />
Ho cercato di essere lucida, quasi distaccata. Ho provato a controbattere ad argomenti su cui non ero d'accordo. Ma una parte di me, quella meno razionale, assorbiva ogni dettaglio del nostro incontro e mi faceva emozionare con le sensazioni dei nostri ricordi più belli.<br />
Ci sono tonnellate di pensieri che non sono ancora riuscita a condividere con te, Y. Una parte è scritta nei post pubblicati. Tutto il resto uscirà dalla mia bocca, a suo tempo, parola per parola.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/aracnofobia.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-79557594349371481642011-10-27T20:54:00.003+02:002018-11-06T07:00:53.225+01:00NoiHo ingollato chissà cosa da una lattina trovata in giro, giusto per darmi un tono davanti ai tuoi amici.<br />
Mi vergognavo. Non penso sapessero chi io fossi, ma mi vergognavo lo stesso.<br />
In fin dei conti due “Mister” già lo sanno. Mi sono arresa, ho dovuto fare il primo passo, e per cominciare punirmi in pubblico, srotolando a fatica i miei sentimenti e la mia coscienza.<br />
Eri dall’altra parte della città, fisicamente ma soprattutto mentalmente. Non eri arrabbiata con me, non era questo il motivo per cui non mi parlavi più. Semplicemente, ma questo riduce appena il dolore, mi hai ignorata perché nella tua testa non c’era abbastanza spazio per me, ma solo per i tuoi pensieri, i progetti, la ribellione.<br />
Al solito, torno ad essere in bilico tra amore e odio. La lotta tra i miei sentimenti è in corso e lo sarà per una vita, ma almeno posso dire di capirti un po’ di più.<br />
Forse, e sottolineo forse, sto capendo un po’ di più anche me stessa.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/un-orgasmo.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-20910122883293087162011-10-26T19:36:00.002+02:002018-11-06T07:00:42.485+01:00Meno treAncora tre post dopo questo, giusto per tirare le somme. Avrei potuto chiudere tutto già da un po’.<br />
Nessuna crisi, né noia, né altre lamentele in cerca del “ti prego continua”.<br />
Semplicemente, la storia è finita. Quella virtuale, almeno. I miei post sono scollegati dagli eventi, scrivo sempre dopo qualche tempo che si sono verificati. Se sono tornata a scrivere qui è perché ci avevo quasi (ripeto, quasi) fatto l’abitudine. E io sono abitudinaria. Sarà difficile dire addio.<br />
Il mio rapporto con Y ha trovato una nuova svolta. Una delle tante che caratterizzano il nostro rapporto tormentato, coi suoi alti e bassi. Con la voglia di complicità e l’affetto, ma anche con le piccole invidie e le forzate sopportazioni, come penso sia normale tra sorelle.<br />
Questo nuovo capitolo va vissuto lontano da tastiere e illusioni. Niente bit, né autocommiserazione.<br />
Solo aria e carne, mani nelle mani, corde vocali e timpani, occhi che guardano altri occhi.<br />
Penso di essere cambiata, ma mi sto dilungando in queste parole finali.<br />
È evidente: odio ancora gli addii.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/noi.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-76292698874210460962011-10-24T20:59:00.002+02:002018-11-06T07:00:29.554+01:00Nessun problemaVedo che hai sempre tanto da fare.<br />
No, non mi manca quel buco di ufficio.<br />
Dai, in generale va tutto bene.<br />
Lo so, non sono un animale notturno...magari ci si incontra in giro, di nuovo.<br />
Bla. Bla. Bla.<br />
Di punto in bianco gli chiedo se ha sentito mia sorella, visto che io invece non ho notizie da tempo.<br />
Ha incassato il colpo, perché mi ha guardato confuso. A sbloccarlo devono essere stati i miei occhi.<br />
Mi ha dato l’indirizzo, avvertendomi però che l’avrebbe messa al corrente del mio arrivo.<br />
Nessun problema, ormai sono pronta a tutto.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/meno-tre.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-76379584405070367452011-10-16T15:00:00.001+02:002018-11-06T07:00:12.626+01:00Exit strategySuccede all’improvviso, e dura il tempo di un lampo.<br />
G riaccende il motore, distogliendomi dai pensieri. Mi fa cenno di voler parcheggiare davanti al furgone, forse per bloccarne la fuga; si sarà immedesimata un po’ troppo nel ruolo di spia, o sarà stata un’idea geniale di Volpino.<br />
In quel momento, dalla galleria d’arte esce Mister C. Controlla un foglio di carta, poi si accorge di me.<br />
Al rallentatore, solleva la testa, guarda prima la macchina che fa qualche goffa manovra davanti al furgone, quindi me, dall’altro lato della strada. Sembra stupito, ma le labbra si allargano in un sorriso.<br />
Non è come Mister X o gli altri del giro di Y, è uno a cui piace farsi vedere e che con me cederebbe sicuramente a qualche domanda di troppo.<br />
Per questo, con enorme sforzo, cerco di sembrare sicura mentre vado da lui.<br />
Sorrido.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/nessun-problema.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-9781652768438525612011-10-15T16:00:00.000+02:002018-11-06T06:59:59.280+01:00Un segretoLasciamo per un attimo correre la fantasia. Diamo pure per assodato che la mamma abbia notizie: non riesco a capire perché tenere il segreto in famiglia. Forse ti ha aiutata e non lo deve sapere nessuno. Ma perché tenermi fuori, troppo assurdo per avere un senso.<br />
Parliamoci chiaro, se avevi intenzione di parlare con me o scrivermi in chat potevi benissimo farlo anche dal deserto più sperduto. Il fatto che tu l’abbia evitato, devo essere sincera, inizia a ferirmi.<br />
Non so davvero cosa pensare. Chiudo questa pagina di diario con una sensazione di fastidio che difficilmente mi scrollerò di dosso.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/exit-strategy.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-32945376390702064382011-10-14T20:10:00.000+02:002018-11-06T06:59:47.654+01:00Piccola confessioneAlla fine, la sera delle foto ho deciso di confessare alla mamma i dettagli che mi aveva riferito Mister X. Forse mi odierai per questo, ma ho capito che andava fatto. Non sopportavo l’idea di lasciarla in ansia, tenendola all’oscuro di un fatto di non poco conto.<br />
Adesso sono sicura che mi prenderai per paranoica: mi è sembrata contenta, ma non sconvolta, dalla notizia che sei viva e che stai bene. Forse, come me, se lo immaginava.<br />
Oppure?<br />
Non dico che abbia recitato, è difficile spiegarlo, ma la mia sensazione del momento è stata che quasi non sembrasse SOPRESA. Ecco, il termine giusto è sorpresa. A dirla tutta, sembrava sollevata che lo sapessi anch’io. Non le ho detto di questi miei dubbi, altrimenti altro che Dottoressa!<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/un-segreto.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-64600364484530152342011-10-12T16:53:00.002+02:002018-11-06T06:59:31.488+01:00Pole positionGira la chiave e accende il motore. Mi sorride e mi assicura che va tutto bene.<br />
Stacco la mano di G dal volante, la stringo forte.<br />
Volpino, seduto dietro, combatte l’imbarazzo aumentando il volume negli auricolari. Overdose di elettropop, sentenzierà il medico legale.<br />
Accelera, in un attimo siamo a caccia. Le chiedo di fare un giro largo, mi serve tempo per controllare i nervi.<br />
Provo anche a fare due chiacchiere, ma il nostro ospite è in vena di fare l’idiota. L’umore migliora e capisco perché ce lo siamo portati dietro.<br />
Quando arriviamo alla galleria il furgone è già parcheggiato davanti.<br />
Smonto dalla macchina e aspetto.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/piccola-confessione.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-69495952067096640312011-10-11T22:55:00.000+02:002018-11-06T06:59:20.404+01:00Count ZeroIl tavolo di un pub. Magliette colorate. Ad un primo sguardo sembra un qualsiasi gruppo di studenti che se la spassa in compagnia, ma in mezzo ci sei tu.<br />
Non sei al centro della foto, ma mi cattura subito il tuo sorriso, congelato per sempre nel formato Jpeg.<br />
Bottiglie. Locandine di liquori. Una tua amica ti abbraccia e scherza con l’obiettivo. Distolgo lo sguardo. Mi imbarazza, mi fa arrabbiare. Ti diverti, mentre io soffro per te.<br />
I colori sono strani. Siete immersi in una nuvola di nicotina, o i miei occhi sono bagnati dalle lacrime. Mi viene l’impulso di rovesciare il portatile a terra, poi ragiono.<br />
Cinque facce. Tre non le riconosco, due sì. Ci sei tu, e c’è un tipo che sbadiglia.<br />
A noi due, Mister C.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/pole-position.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-42750724028628867002011-10-10T19:07:00.001+02:002018-11-06T06:59:03.553+01:00Count downDevo ammettere di essere partita con una certa foga. Forse mi credevo un’investigatrice, forse ero particolarmente tesa per la situazione e volevo mettere in pratica la prima idea che mi passava per la testa.<br />
Un diario in rete, per intrappolarti in questa tela che sto faticosamente tessendo (ecco, ora mi sto immaginando a digitare sulla tastiera con le zampe pelose di un ragno!) e instaurare così un contatto con te.<br />
Un piccolo problema: più proseguivo, più mi accorgevo di non andare avanti per niente! Quello che sto scrivendo qui potrebbe addirittura darti fastidio perché certo non vuoi che la storia venga sbandierata ai quattro venti.<br />
Se è successo quello che è successo, è perché ho mollato la tastiera e mi sono data da fare.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/count-zero.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-65557992200223847762011-10-01T20:01:00.002+02:002018-11-06T06:58:39.303+01:00IMAG0164.JPGCasa nostra. Loro, se preferisci. Mia.<br />
Una ripresa dal cortile, dal basso verso l’alto, i muri ti sovrastano e immagino siano soffocanti da fuori così come da dentro.<br />
I nostri genitori ci vogliono bene, ma la loro vita è troppo diversa dalla tua. Io invece mi adatto, divento un camaleonte, mi faccio trasportare dalle abitudini giorno dopo giorno.<br />
Hai scattato la mattina presto, ma le finestre della mia camera erano già spalancate: ero già uscita, possiamo anche dire scappata, il prima possibile.<br />
Andavo a lavorare alla galleria, uscivo di casa prestissimo, prima che tutti si svegliassero, stanca di quelle stanze ma al tempo stesso senza una vera possibilità, o volontà, di allontanarmene davvero.<br />
Non avevo, non ho, il tuo coraggio.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/count-down.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-70958709382695345172011-09-30T20:26:00.002+02:002018-11-06T06:58:23.445+01:00IMAG0142.JPGScie di luci nella notte: lampioni finestre insegne traffico. Ti immagino appiccicata al finestrino di una macchina, a catturare un frammento di città dall’alto di un cavalcavia.<br />
La sola idea di quanta vita pulsi al di là dell’obiettivo genera in me una vertigine. Provo a cercare il tuo riflesso sul vetro, ma c’è troppo disturbo. Immagino che stare seduta a guardare non ti bastasse, so che avresti avuto voglia di diventare tu stessa il mantello scuro che avvolgeva la città, per vedere sentire essere contemporaneamente tutto.<br />
C’è stata un’auto che correva con te nella notte, chissà io dov’ero e cosa facevo nello stesso momento. Il file ha una data, ma significa ben poco: la mia vita non ha sussulti particolari da ricordare e ogni giorno si confonde con il precedente. Ad una certa ora della sera, sul presto, infilo la testa sotto il cuscino e lascio fuori tutte queste luci nella notte.<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/10/imag0164jpg.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-47590775282640637182011-09-29T19:48:00.002+02:002018-11-06T06:58:09.112+01:00IMAG0141.JPGUn tavolo di legno, così pieno di bottiglie che a stento ne distinguo le assi. Siete in un pub, non credo che qualcuno in casa terrebbe appese alle pareti vecchie locandine di liquori ed una targhetta che indica la direzione dei bagni.<br />
Cinque facce. Due si sorridono tra loro da un capo all’altro del tavolo. Una è impegnata a sbadigliare, due guardano nell’obiettivo. Tre non le riconosco, due sì.<br />
Tu mi stai sorridendo, distolgo subito lo sguardo. Seguo la spalla, il braccio, la mano. Reggi una birra. Asahi, direi. Buona. Mi viene voglia di bercene una insieme, adesso che non ci sei.<br />
Ti abbraccia una ragazza, fa la lingua rivolta verso chi vi fotografa. Simpatica, ma mai vista prima, e non me ne stupisco. Non siamo uscite quasi mai insieme e quindi non conosco quelli del tuo giro.<br />
Mi rassicura, comunque, avervi riconosciuti in due: quello che sbadiglia è Mister C.<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/imag0142jpg.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-82409023773360346322011-09-28T20:42:00.002+02:002018-11-06T06:57:52.714+01:00IMAG0138.JPGUna scheda elettronica ripresa da vicino. Scorgo il marchio Capcom, caratteri bianchi all’interno di un rettangolo dal bordo sottile. Mi colpisce la serie di moduli di memoria che si stagliano neri in formazione militare sulla lastra verdastra.<br />
Scorgo quasi una certa poesia nei componenti predisposti in spigolose geometrie. Fori che resteranno vuoti, e connettori che svettano in spasmodica attesa. Numeri e sigle calpestati da decine di piedini metallici.<br />
Non so cosa ti attrae davvero in tutto in questo, mi piacerebbe capirci qualcosa. Credo che per te sia più facile leggere un circuito stampato che i sentimenti di chi ti sta vicino. Meglio così?<br />
Facciamo un patto: io mi studio un po’ di elettronica e tu sviti una testa e vedi cosa c’è dentro. Per partire con qualcosa di facile, ti offro Volpino come cavia!<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/imag0141jpg.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-74026812866314938102011-09-27T19:46:00.002+02:002018-11-06T06:57:37.947+01:00Memoria flashÈ da un po’ che non scrivo, e mi rendo conto da sola di cosa significa. Ne ho viste svolazzare tante nella rete, di pagine personali che finiscono lasciando in sospeso il frammento di vita che stavano raccontando. Sfumato l’entusiasmo iniziale, sto per digitare l’ultima serie di post. Affiderò queste mie parole alla prima corrente di bit e le lascerò andare alla deriva.<br />
Io stessa sono un po’ troppo al largo.<br />
Ti odio, ti voglio bene, mi odio, mi voglio bene.<br />
Vorrei che tu fossi qui, altre volte ti voglio lontana. Vorrei essere come te, poi invece vorrei che tu fossi come me.<br />
Oggi per dispetto mi sono messa la tua maglia a righe nere e giallo senape, nei giorni scorsi ho messo a posto la tua stanza, visto che ai miei non sembra interessare nulla.<br />
Ho spolverato, curato la piantina, piegato vestiti che erano già a posto. C’era il tuo cellulare sul comodino, l’ho preso. Mancava la SIM, ma c’era la scheda di memoria.<br />
L’ho messa nel computer. E questo è quello che ci ho trovato.<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/imag0138jpg.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-38873333112203830182011-09-20T19:59:00.001+02:002018-11-06T21:04:55.321+01:00L'uvaQuando ancora lavoravo alla galleria, G si è presentata per chiedere informazioni sull’affitto per una festa privata del piccolo locale al piano interrato. Si trattava di una richiesta nuova per noi: generalmente gli eventi vengono organizzati direttamente dai nostri collaboratori o da altre agenzie. <br />
Parlo ancora come se lavorassi per loro!<br />
Il capo ha sparato un prezzo un po’ esagerato per un privato e non se n’è più fatto niente. Credo che in realtà non avesse tanta voglia di prendersi una responsabilità fuori dell’ordinario e su questo la pensiamo allo stesso modo.<br />
La mia faccia deve esserle rimasta impressa, perché mi ha salutato ancora un paio di volte quando ci siamo incrociate al di fuori dell’ufficio, finché un giorno ci siamo fermate a fare due chiacchiere.<br />
Tu non avevi ancora fatto le valige, ma c’era già maretta in casa. È stata lei a suggerirmi di tenermene fuori il più possibile. Avevo adottato fedelmente il consiglio e tornavo apposta a casa tardi per non sentire discussioni ed evitare di farmi sfuggire giudizi non richiesti.<br />
Da un po’ mi chiedo se sia stato saggio darle retta. A volte penso addirittura che possa essere stata una cosa studiata! Se non mi avesse contattata Mister X, sarei andata a cercarti nel frigo di G!<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/memoria-flash.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-82687652540685671992011-09-19T20:12:00.000+02:002018-11-06T06:56:43.599+01:00La volpeVolpino non lo conosci, o almeno lui dice di non conoscere te, ma avreste molto da condividere voi due. Con un cellulare all’ultima moda riceve in continuazione messaggi dai contatti, alcuni sparsi in giro per il mondo, delle varie chat che tiene aperte.<br />
Della compagnia, è l’ultimo arrivato. Una sera ero con il mio gruppo al “Sodiac”, sai a cosa mi riferisco; eravamo seduti ai tavolini blu, quando è venuto a salutarci, nelle mani la bottiglietta di birra con la fetta di limone nel collo e sulle labbra l’immancabile sorriso ebete. Prima del ritorno di K% è stato lui la principale valvola di sfogo per i miei deliri contro il mondo.<br />
Ho sempre sentito uscire più “bip” delle notifiche messaggi dal suo cellulare che frasi di senso compiuto dalla sua bocca. All’inizio ho fatto finta di interessarmi alle battute che leggeva sul display solo per assicurarmi che non avesse giri strani, chessò sessuali o illegali. Quando mi ha fatto vedere una che sfilava con un abito composto da cubi che ricordavano i pixel, ho capito che era un tipo innocuo, fissato con i computer. Proprio come te!<br />
<br />
<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/luva.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-43464830359383422122011-09-16T19:22:00.001+02:002018-11-06T06:56:32.426+01:00Non commestibileAbbiamo parcheggiato il camper in un’area attrezzata, un vasto prato dotato di diverse strutture, dal supermercato a piccole piscine, dall’area giochi per i bambini al bar con DJ. A partire da una certa ora del pomeriggio della musica da discoteca incominciava a rullare e attirava a sé la parte più giovane dei vacanzieri.<br />
La mattina lasciavamo in pace la coppietta, che andava a farsi gli affari propri in isolamento, mentre io, G e Volpino prendevamo il sole in riva al lago. Di pomeriggio, si faceva un giro in paese tutti insieme.<br />
L’ultimo giorno, poco prima di pranzo, il sole mi aveva fatto venire sete. Sono rientrata nel camper per cercare qualcosa di fresco nel frigo e cosa ho visto? Due teste! Mi è sembrato di distinguere il caschetto della polizia municipale ancora allacciato, e quattro occhi severi che mi fissavano. Sono tornata al mio asciugamano in poche falcate e mi sono rassegnata a bere brodaglia dalla bottiglia che avevamo portato a riva, senza riuscire a placare la sete.<br />
Verso l’ora di pranzo ho sentito qualcuno che mi scrollava per svegliarmi: G era tornata dal camper e ne era uscita con in braccio due mini-cocomeri, presi dal frigo. Volpino li ha prontamente sezionati e disposti su un vassoio, ma io non sono riuscita a toccarne nemmeno una fetta, ancora turbata dai miei incubi.<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/la-volpe.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-13705012799415999952011-09-10T18:57:00.000+02:002018-11-06T06:56:19.939+01:00Al la(r)goSono reduce da un fine settimana passato in camper al lago. Non chiedete come hanno fatto a convincermi. Forse mi ha spinto il fatto che la maggior parte dei miei amici più cari fosse in quella scatola per sardine su ruote, o l’idea poco rassicurante di rimanere a casa preda del mio cervello.<br />
Guidava G, e questa è stata una sorpresa: K% mi aveva detto, ammiccando maliziosamente, che non sarebbe venuto perché aveva una “mezza uscita” con questa G. Delle due l'una: è un generatore umano di frottole sfortunate oppure gli sono saltati l'appuntamento e annessi ammiccamenti.<br />
Abbiamo superato indenni un posto di controllo della municipale; per fortuna ero seduta accanto alla conducente: per niente al mondo avrei voluto assistere a quel paio di teste dotate di elmetto che frugavano tra i miei effetti personali, come li definirebbero loro, sul retro.<br />
Il resto del gruppo era composto da una coppia di amici, che fortunatamente hanno evitato di farci pesare per tutto il viaggio di andata “quanto” fossero affiatati come coppia, e da un buon compagno di avventure, che chiamo Volpino.<br />
Rossiccio di capelli, col sorriso perennemente stampato in faccia, è facile immaginare il motivo del soprannome. Immagino che si metterebbe a ridere anche se gli incidessi una gamba sotto il ginocchio con un coltello a lama fissa!<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/non-commestibile.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com34tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-26500538146764512862011-09-05T19:09:00.002+02:002018-11-06T06:56:08.314+01:00Cristallo freddoAdesso arriva il bello! Sempre borbottando due parole affogate nella pasta, ha detto qualcosa tipo “Hai novità su Crystal?”. Io devo aver strabuzzato gli occhi. Non credo che intendesse una persona; me l’avresti già presentata. L’ho scrutato a lungo, per capire a chi o a cosa diavolo si stesse riferendo, poi mi sono accorta che manifestavo troppa curiosità. Avrei dovuto fingermi a conoscenza di qualcosa, in modo che il resto me lo raccontasse lui.<br />
Niente da fare, non sono pronta per fare l'agente segreto! Ha capito che non condividiamo molti progetti o hobby. Ho chiesto di ripetermi la domanda, ma lui ha cambiato totalmente argomento, facendo finta di non capire, sparando una banalità dietro l’altra a proposito dell’utilità degli stagisti in azienda. Ora, sai che io non sono una ficcanaso e non mi sono mai impicciata dei fatti tuoi, ma questo tipo mi ha trattato da stupida, e in qualche modo mi è sembrato che ci fossi tu dietro di lui, a trattarmi in quel modo.<br />
So che non c’entri, ma per me è sempre più difficile sopportare tutto questo! Mi manchi, lo capisci?<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/al-largo.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com44tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-61898801396789757642011-09-04T19:47:00.003+02:002018-11-06T06:55:49.835+01:00Doccia freddaCon Mister C, a parte qualche battuta, non sono mai andata sul personale. Eppure, a differenza di quanto pensassi, deve avermi tenuto d’occhio a lungo, o si sarà interessato a me dalla sera che mi ha vista nel locale. Mi aspettavo qualcosa su mio padre, come al solito, invece, dopo due parole di circostanza ha finito per chiedermi, facendola passare come una domanda disinteressata, se io fossi sorella di una certa Y!<br />
In quell'istante ho perso il controllo dei muscoli facciali e una pennetta dal vago sapore di tonno è scivolata lungo l'esofago senza passare per la fase della masticazione. Percepita in qualche modo la tua presenza nella stanza, mi sono ripresa giusto in tempo per controllare che la pennetta non facesse il percorso inverso. Avevo avuto la sensazione che lo stomaco si fosse contratto di colpo. Avrei potuto far uscire il proiettile, trapassando Mister C da parte a parte.<br />
Lui mi ha sorriso con un velo di imbarazzo, chissà che faccia devo aver fatto, e mi ha chiesto di salutarti. Era chiaro che fosse un po’ teso perché mi conosceva poco, ma il fatto di portarti i suoi saluti sembrava divertirlo parecchio. Non dava l’idea di nascondermi qualcosa, né che fosse al corrente di quello che stavi combinando. Mi è sembrato un bravo ragazzo, e come sai il mio giudizio raramente sbaglia.<br />
Ma non è finita qui!<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/cristallo-freddo.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-34054239308262240072011-09-03T21:02:00.002+02:002018-11-06T06:55:31.292+01:00Pasta fredda<br />
Intanto è arrivato l’ultimo giorno dello stage in azienda.<br />
Una ventina di persone, tra collaboratori esterni, colleghi e quelli della casa madre che seguivano gli stagisti, si è riunita nel nostro ufficio all’ora di pranzo per mangiare insieme. Ho divorato in fretta la misera razione di pasta fredda, stando in piedi con in mano piattino e forchetta di plastica. Ho perso di vista quasi subito il mio bicchiere di spumantino ma mi sono vergognata a chiedere il bis!<br />
Si è avvicinato Mister C con l'intenzione maldestramente mascherata di trovare un interlocutore. Nonostante lavorasse lì da più tempo di me, deve aver avuto pochi con cui scambiare due chiacchiere.<br />
Ricordo bene che mentre mi parlava, gesticolava così tanto che da sotto il polsino della giacca del completo spuntava l’orologio, e non ho potuto non notare il cinturino con il logo di un noto “picchiaduro” in bella vista. Faceva passare tutto come casuale, ma è chiaro che mi stava ammiccando in codice: “Vedi? Facciamo parte di un club!”. Ora, non vorrei deluderlo, ma io non vado d'accordo con i videogiochi: ci vuole troppa pazienza.<br />
Divagazioni ludiche a parte, mi premeva affidare altro a queste pagine. Definiamolo interessante; di sicuro quello che aveva da dirmi ha fatto colpo.<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/doccia-fredda.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-19969259413724855142011-08-31T19:46:00.002+02:002018-11-06T06:55:18.943+01:00Arcobaleno lunare<br />
La sera che ho deciso di sparire ho preso un paio di biscotti di marzapane dalla cucina, ho raggiunto la casetta delle cantine e sono entrata in quella dei miei. La stanza era vuota e buia. La casa era solo un appoggio estivo, e la cantina era così abbandonata che non era mai stata messa l’illuminazione. Avevo tenuto la porta leggermente accostata, per far entrare un po’ di luce e di rumori da fuori.<br />
Ricordo che mi piaceva stare da sola, nascosta, con alle spalle un buio talmente nero da poter nascondere qualsiasi orrore. Stavo immobile a farmi prendere dalla paura, attratta da quella sensazione, curiosa di dove potesse portarmi. Quando la faccenda si faceva seria, aprivo di più la porta, guardavo fuori e riprendevo contatto con il mondo reale.<br />
Ed è stato da quest’ultimo che è arrivata alla fine la sorpresa più grande: l’unico urlo che ho cacciato è stato quando, da fuori, la porta si è spalancata all’improvviso e mia mamma mi ha fisicamente trascinato fuori. Non sono stata punita, perché non credo che la caccia sia durata tanto: avevo lasciato il mio pupazzo preferito proprio davanti all’uscio. Era bello, un unicorno bianco con la criniera e la coda dai colori dell’arcobaleno. Cercavo solo attenzione e ci tenevo ad essere trovata.<br />
Y, è come se avessi trovato il tuo unicorno, ho solo paura di aprire la porta troppo in fretta.<br />
Non posso dirvi se si tratti di una fantasia di allora o se sia maturata fino adesso, fatto sta che anche la porta della cantina del Signor Sottuttoio non era chiusa a chiave. Avevo dato una sbirciata prima di entrare nella mia: dentro c’era solo un piccolo letto. Le coperte erano rigonfie, e quelli giù in fondo nella penombra potevano essere capelli oppure stracci. Non ricordo odore di cadavere, ma non dimentico lo sguardo indagatore del Signor Sottuttoio puntato costantemente addosso nelle settimane successive. Mi voleva lontana da quella casetta.<br />
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<a href="http://tornadanoi.blogspot.com/2011/09/pasta-fredda.html">Clic per continuare</a>cooksappehttp://www.blogger.com/profile/07910606066663232341noreply@blogger.com22tag:blogger.com,1999:blog-5173966366819061439.post-28252471962550324812011-08-30T21:14:00.003+02:002018-11-06T06:54:57.010+01:00Duemila anniNon sarà certo scritto nel nostro DNA, ma pare si tratti comunque di un vizio di famiglia.<br />
Quando ero piccola trascorrevo con la famiglia i mesi estivi in una grande casa al mare. Spesso mi annoiavo, in particolare odiavo l’arrivo di amici e parenti: venivano la sera, stazionavano nel “mio” giardino fino a tarda notte in un crescente consumo di mandibole e corde vocali.<br />
Le stanze si svuotavano, mi incutevano un po’ di paura. Non mi andava, con tutti fuori, di essere l’unica dentro a dormire, nemmeno quando mi veniva un sonno da addormentarmi in piedi.<br />
Il mio malessere non proveniva solo dagli scricchiolii dei grandi armadi di legno e dai giochi di ombre proiettati dai gatti in perenne movimento. A due passi c’era la villa del Signor Sottuttoio, un umanoide di duemila anni interamente ricoperto di rughe. Probabilmente è ancora vivo.<br />
Non lo si vedeva in giro quasi mai, stava tutto il tempo in casa. La spesa, ad esempio, gliela venivano a portare.<br />
Le sere dei bagordi, invece, il Signor Sottuttoio si sedeva su una panca di legno nel suo giardino, appoggiava le mani al bastone ben piantato davanti a sé e si guardava intorno. La leggenda coltivata per anni nella mia fantasia narra che io non l’abbia mai visto uscire di casa: nel mio peregrinare svogliato lungo il perimetro della proprietà dei miei, guardavo verso il suo prato e lui ad un certo punto era lì. Ad ogni minimo rumore si voltava di scatto, a dispetto di un collo che apparentemente avrebbe potuto strapparsi come un antico papiro.<br />
Era vedovo, magari stava fuori per godersi la compagnia, ma all’epoca credevo, e in parte ne resto convinta, che ci stesse maledicendo uno ad uno per l’odore di grigliata, la musica e l’allegria che arrivavano fin da lui.<br />
C’è stata però una sera in cui quella specie di nano da giardino si è alzato ed è venuto verso la combriccola di parenti e amici (altrui). Si è agitato, è corso avanti e indietro. Insomma si è dato da fare.<br />
Per me.<br />
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