K% reggeva due bicchieri in cui brillava un liquido di un azzurro così luminoso, da insinuare il dubbio sull’opportunità di farlo finire per davvero nello stomaco. Al suo fianco, Mister C, il corriere che con cadenza quasi quotidiana porta materiale nella galleria. Come conosce K%?
Avevo disdetto l’uscita con le due colleghe “streghette”, per incontrare durante la serata uno che sicuramente il lunedì avrebbe tirato fuori la battuta impropria sulla reginetta della notte! Che odio! La scorbutica, depressa e schizzata maniaca della vernice vincerà pure il premio di asociale dell’anno!
Ho elencato mentalmente le varie opzioni a mia disposizione. Avrei potuto attirare con una scusa Mister C nei bagni e poi improvvisare: incollaggio delle labbra, taglio della lingua, tonsillectomia, minaccia del silenzio tenendogli un po’ la testa nell’acqua del water.
E Mister C mi è simpatico, figuratevi cosa potrei organizzare se non lo fosse! Viene in ufficio e ha quasi sempre a che fare con me, che prendo in carico i pacchi e la corrispondenza, o decido dove immagazzinare la merce; praticamente lo considero un collega.
Si sono avvicinati e io ho fatto spazio sul divanetto a K%: volevo fargli assaporare un po’ di schienale bagnato, per aver osato escogitare un modo per raggiungermi perfettamente asciutto. Mister C mi ha fatto un cenno, il volume della musica a quella distanza mi avrebbe in ogni caso impedito di sentire la sua voce calda e suadente da latino (dovrebbe essere di origini messicane).
E’ indietreggiato due passi ed è sparito per magia nella folla, lasciandomi di nuovo libera dall’abbraccio soffocante del mio posto di lavoro.
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